Quargnént = Quargnento - da Quadringentum, quattrocento,
- probabilmente indicante la distanza
in
miglia da Roma, che
è l’ipotesi più accreditata;
secondo
altri da Quadraginta, quaranta,
- riferito alla distanza
in miglia da Torino.
Un
meraviglioso libro-dizionario di Mattia Ferraris
e Domenico Dorato dedicato alla memoria dei nostri
antenati, a tutti coloro che come me si ostinano a parlare, quando
possibile, in dialetto e ai giovani che pur non parlandolo, ne
apprezzano il valore, per salvare le nostre origini, per salvare un
patrimonio.
Per
chi come me, che fino all’età di sei anni ho
sempre parlato in dialetto ed ho imparato l’italiano a
scuola, è d’obbligo considerare il dialetto la
lingua nativa.
"Quando
un popolo perde la sua lingua muore. Quando un individuo perde la sua
lingua svanisce. Quando perde il suo linguaggio, smarrisce la sua
personalità". - Alberoni
-
Non
esiste un unico dialetto di Quargnento, ma ve ne sono rintracciabili
almeno cinque: il dialetto del centro del paese, il dialetto di
Praslà o Preslà, il dialetto delle Cascine verso
Lu o comunque verso il Monferrato, il dialetto delle Cascine verso
Giardinetto-Castelletto, infine il dialetto delle Cascine verso S.
Michele-Alessandria.
Quargnént = Quargnento
Il
paese consta di quattro quartieri:
Cavallera
Crocetta e Zola
Pònt
Pratogelato
Altri
luoghi caratteristici:
Granè, perché vi erano
depositi di grano
Vicolo Betlemme
In Castello
Paesi
vicini:
Alessandria,
12 Km circa
Abbazia di Masio,
paese vicino a felizzano,
Casale
Monferrato, dista circa 25 Km, passando Roncaglia,
diversamente circa 30 Km.
Castelletto
Merli, vicino a Moncalvo,
Castelletto
Monferrato, paese confinante, 7 Km. circa.
Cuccaro,
paese confinante, 8 Km circa.
Cornaglie,
frazione di San Michele di Alessandria, verso Giardinetto.
Fubine,
paese confinante, che dista 5 Km;
Fugazza,
frazione di Fubine,
Felizzano,
paese vicino, a circa 8 Km.
Franchini,
frazione di Altavilla, 8 Km circa.
Frescondino,
frazione di S. Salvatore.
Fosseto,
frazione di S. Salvatore.
Giardinetto,
frazione di Castelletto Monferrato, circa 5 Km.
Lu,
paese, con il terreno confinante, che dista circa 8 Km.
Masio,
paese vicino a felizzano
Mirabello,
paese confinante con Lu
Oviglio,
paese vicino a Masio
Piepasso,
frazione di Quattordio, dista circa 15 Km.
Quattordio,
paese vicino, 10 Km.
San Michele
o Piana di S. Michele, frazione di Alessandria.
San Salvatore,
a circa 10 Km.
Salcido,
frazione di S. Salvatore, confinante con Quargnento;
Solero,
il paese confinante più vicino, circa 3 Km
Tripoli,
frazione di Solero.
Valdolenga,
frazione di S. Salvatore, dista circa 15 Km.
Valmadonna,
frazione di Alessandria.
Viarigi,
paese relativamente vicino
Vignale
Monferrato, 12 Km circa, Vignale è dopo Altavilla.
Nomi delle Cascine di
Quargnento - in una ho la mia residenza
Baldéina
=
Baldina
Banchéra
=
Banchèra,
Barùcca
=
Barocca,
Becarìa
=
Beccarla,
Belària
=
Bellaria,
Belària
=
Bellaria, anche Prepalbiato
Belavìsta
=
Bellavista,
Belvedere
(an) =
Belvedere,
Benpensàja
=
Bempensata,
Bergàgna
o Bargàgna (an) =
Bergagna,
Blàn-na
=
Gamboa,
Bòba
=
Bobba,
Bràja
=
Braja,
Brajétta
=
Brajetta
Buscajó = Boscaiolo,
Buschét
=
Boschetto,
Cabàna
=
Castellina,
Capsóuna
=
cascina Malakoff,
Carbunara = Carbonara.
Carulìna
=
Carolina,
caséina d Casì = Cascina Cazzulo
caséina d Casì (cà
d’Luréns)= Cascina Cazzulo
caséina
d Lipàn =
Cascina di Lupano, ora Manora,
caséina
d’Orsi =
cascina Albore,
caséina
d Panìssa o du Sergént =
Cascina Panizza (ex Sergente)
caséina d Vessa = cascina Avezza.
caséina
dal Cónt =
Cascina del Conte,
caséina dla Pas = cascina della Pace,
caséina
Nova =
Cascina Nuova,
caséini
d Dalèrba =
Cascine Dalerba,
caséini
Biànchi =
Cascine Bianche,
caséini
Nòvi =
Cascine Nuove,
Casinétta
=
Cascinetta,
Casinòt d Chìccri = ‘cascinotto di Cuccare’,
ex cascina Saglio,
Casinòt
d Furtinà =
cascinotto Fortunato
Casinòt
d Giudice =
cascina Roma,
Casinòt d Stuféi = ‘cascinotto di
Cristoforo’,
Casinóu
=
Cascinone,
Cirisèla
=
Cereseto, in zona Bozzole,
Crósi = Crosa,
Cularéina
(an) =
Collarina,
Cularinétta
=
Collarinetta,
Dianìri
=
Deianira o Dianiri,
Farinétta
=
Farinetta,
Ficca
=
Ficca,
Fìrba
= Furba,
Fraschétta
= Fraschetta, o Caseina d Còlia o dal barbé;
Fréggia
=
Fredda,
Fréggia
=
S. Maria,
Funtanéi
=
Fontanini o Fontanino,
Furnasóu
=
Fornacione, verso il territorio di Lu.
Gàma = Gama o S. Pietro
Giudèa
=
Favorita o Giudea,
Glóudia
=
Claudia,
Góba
=
cascina Gobba,
Granàj
=
Granaglie,
Griffa
=
Griffa,
Grupèla
=
Groppella,
Gruplétta
=
Groppelletta,
Guasta
(la) =
Vallerina Guasta,
Guréi
(an) =
Gorreto,
Ladra
=
Ladra,
Luva
=
S. Nazzaro,
Luvétta
=
S. Nazzaretto, cascina verso il territorio di Lu.
Maimóuna
=
Maimona
Maimunétta,
Maimonetta
Malpensàja
=
Malpensata,
Marlétta
o Merletta =
Merletta,
Mèrla
=
Merla,
Michìn
=
Michina,
Mòisa
=
Moisa,
Muncèra
=
Monteserra,
Muntà
=
(Monta), del Sabbione,
Mut
= cascina Scialara,
Mùtta
=
Mutta,
Nèbia
=
Nebbia,
Palasìjna
=
Palazzina,
Palasinétta
=
Palazzinetta,
Patariòt
(caseina d) =
Patriotti,
Piangalàrd
(an) =
Piangalardo e Piangalardino,
Regina
=
Regina,
Reginétta
=
Reginetta,
Ricaldóu
=
1. Ricaldone, di Castelletto M.
Ricaldóu
= Ricaldone,
strada Ronco
Rolacà
=
Rellecati,
Rónch
=
Ronco,
Rufiàn-na
=
Serra,
Runchét
=
Ronchetto,
Runchét = Ronchetto, cascina Belgioioso.
Sanbiàs
=
San Biagio,
Sangiuàn
=
S. Giovanni,
Sanmartéi
=
S. Martino,
Santamarìa
=
Santamaria,
Sàpa
=
Sappa,
Sàpa = Stella,
Sapétta
=
Sappella,
Sburdìja
=
Sbordita,
S-cèra = Chiara, cascinotto
Siur
Auréliu =
Signor Aurelio,
Stivlòt
=
Stefanotlo, cascinotto
Sur
Angel =
Signor Angelo (cascina del),
Sur
Péder =
Signor Pietro (cascina del),
Tarlìcca
=
Terlucca o Torretta,
Tarmèla
=
Termella,
Tavèrna = Taverna,
Tulàra
(an) =
Tollara
Uaràchi
=
Guaracchia o Guarachi
Uspidàl
=
dell’Ospedale, ora Melograno,
Va
da Pus (an)
= Val di Pozzo,
Vaj (an) = Vaio,
Valaréina = Vallerina,
Valdiràt
(caséini dla
Valdiràt)
= S. Stefano e S. Sebastiano,
Valùrs = Valorso,
Véscula
=
del Monsignore ,
Vinésia
=
Venezia,
Vò = Vodo,
Zèrba (leggasi serba) - Zerba,
Alcuni Detti Contadini
e Proverbi di Quargnento
(naturalmente
andrebbero pronunciati in dialetto Quargnentino)
Chi
ristoppia raddoppia, ma chi ristoppia sovente perde anche la semente;
non bisogna esagerare nel seminare il grano per più anni
nello stesso campo, perché si potrebbe anche non recuperare
il valore della semente.
Chi
zappa la vigna d’agosto ha (avrà) la cantina piena
di mosto; occorre fare i lavori a tempo debito per avere
abbondanza di raccolto.
Grano
coricato, padrone in piedi; infatti se si corica, significa
che le spiga è piena ed abbondante, il prodotto rende e
quindi il padrone si arricchisce (è in piedi).
La
polenta mangia i taglierini; senso: non si dovrebbe, secondo
il proverbio, seminare il grano (da cui si trae la farina per fare la
pasta) l’anno dopo il mais, poiché questo sfrutta
eccessivamente il terreno e da poco rendimento al raccolto successivo.
Se
nevica sulla foglia del gelso è un inverno fiacco;
quindi mite
Semina
con il tempo asciutto, grano dappertutto; (quando si semina
con tempo secco si farà molto grano).
Un
po’ corre la lepre, un po’ il cane; nelle
difficoltà ciascuno deve fare la sua parte.
Due
galli nel pollaio è un brutto stare; Dovrebbe
essercene uno solo a comandare.
Far
come quello che è caduto da cavallo e ha detto che voleva
scendere; (per non far brutta figura).
I
cani grossi mordono i piccoli; un po’ la stessa
logica del pesce grande che mangia i piccoli.
Quando
canta la civetta è un brutto segno; (di
malaugurio).
Cercava l’asino ed era a cavallo
dello stesso.
Brutto
in fasce, bello in piazza, o viceversa;
in sostanza non bisogna stupirsi se bambini nati brutti divengano poi
bei ragazzi ammirati in pubblico e, purtroppo, viceversa.
Se
un bambino mette presto i denti; facilmente avrà
fratelli o sorelle.
Pane
e noci mangiare da sposi, noce e pane mangiare da
cani; ha un significato doppio, nel senso che la prima
è una scelta voluta e piacevole, la seconda è una
scelta obbligata e dovuta a necessità, non potendo mangiare
altro.
Né a torto, né a
ragione non lasciarti mettere in prigione.
Alla
sera leone, al mattino pelandrone; dopo i bagordi della
notte non si ha voglia di lavorare.
E’
meglio un cattivo accordo che una buona sentenza;
è meglio accordarsi sia pure a malincuore che andar per
avvocati.
E’ meglio un uovo oggi che una
gallina domani.
Il
poco si conta il niente non conta nulla; meglio poco che
nulla, tutto fa brodo.
Chi
avanza per il domani avanza per i cani; non sempre serve
risparmiare.
Chi
vuoi sapere la verità vada dagli ubriachi e dai bambini;
i primi perché in vino veritas, i secondi perché
non hanno ancora malizia.
Da
marzo ad aprile c’è poco da dire;
(è talmente breve il tempo che c’è ben
poco da dire).
Un padre mantiene sette figli, sette figli
non mantengono un padre.
Campa
più una vacca malandata che un buon bue; spesso le
persone cagionevoli di salute vivono più a lungo di quelle
piene di energia.
E’
dalla casa che si conosce il padrone; da come è
tenuta e conservata.
Quando
le scarpe del padre vanno bene al figlio, il padre diventa un vaccaro;
significa: il padre conta ben poco, infatti i vaccari in genere erano i
ragazzotti o i nullatenenti.
Quattro
occhi vedono meglio di due; meglio consultarsi sempre con
qualcuno.
Quattro
uomini vicino al ‘segone’ (lunga sega a due
impugnature) ed uno vicino ad un cappone; quando
c’è da faticare devono essere in quattro, quando
c’è da mangiare basta uno.
Roba
fa roba, pidocchio fa pidocchio; chi è ricco
s’arricchisce sempre più, chi è povero
(pidocchioso) rimane sempre povero.
Non
si può andar veloce e tenere un’andatura moderata;
(è una contraddizione).
Donne e oche bisogna tenerne poche.
Né
donna, né tela non guardatele al lume di candela;
(ma evidentemente alla luce del sole per constatarne la bellezza e la
validità).
Sia
belle, sia brutte prima o poi si sposano tutte. Ovviamente
questo non sempre è vero, ma vuoi significare il grande
desiderio della donna di allora di 'sistemarsi' comunque.
Se
alla messa della mezzanotte (Natale) c’è la luna
andando e venendo, chi ha due vacche ne venda una; questa
luna a cavallo tra il 24 e il 25 dicembre preannuncia una stagione
scarsa di foraggi e quindi conviene che il contadino povero
riduca il bestiame.
Alla
Madonna candelora (2 febbraio) dell’inverno siamo fuori, ma
che piova o faccia bel tempo per quaranta giorni siamo ancora dentro
(all’inverno); non illudiamoci che
l’inverno sia
finito.
Quando piove a San Giovanni (24 giugno)
niente vino e poco pane.
L’acqua
di San Bartolomeo (24 agosto) non è buona neanche per lavare
i piedi; (ormai è tardiva, serve a poco per i
raccolti).
Per
santa Maddalena (22 luglio) la noce è piena; (le
noci cominciano a maturare).
Quando
fa bello a S. Dalmazio (5 dicembre) puntella la vigna con le canne;
(cioè si farà tanta uva), quando fa
bello a S. Valerio (28 gennaio) occorre puntellare i granai; (si
farà tanto grano)
Se piove all’Assunzione (15 agosto)
tutto va in perdizione.
Se
piove a san Giovanni (24 giugno) l’asciutto ha fatto poco
danno; (la pioggia è utile).
Se piove a san Giacomo e a
sant’Anna (25 e 26 luglio) è tanta manna.
Se
piove il giorno di S. Barnabà (11 giugno) l’uva
bianca se ne va, se piove dal mattino alla sera se ne vanno la bianca e
la nera. La pioggia in quel periodo può
danneggiare la fioritura dell’uva che ha bisogno di bel tempo.
Se piove la domenica dell’ulivo,
piove per sette domeniche consecutive.
San
Lorenzo (10 agosto) l’uva si tinge; il grappolo
d’uva che darà il vino rosso si scurisce.
Sereno
a san Paolo (25 gennaio), buon grano e buon fieno;
sarà un’annata buona sia per il grano sia per il
foraggio.
Arcobaleno in cielo la mattina pioggia senza
fine.
La
pioggia di febbraio riempie il granaio; in quanto cade nel
periodo giusto.
La
pioggia d’agosto porta il mosto; il grappolo
d’uva ha bisogno, in quel periodo, di acqua per essere
abbondante.
Maggio
ortolano molta paglia e poco grano; se a maggio piove e
l’orto prospera, significa che il grano sarà
scarso e solo la paglia abbonderà.
Maggio
piovoso, anno erboso; (abbondanza di fieno).
Una piccola pioggia fa cessare un gran vento.
Che
si voglia o non si voglia, non vien Pasqua senza foglia;
Pasqua può essere ‘bassa’
o ‘alta’, è comunque primavera
con i suoi germogli e le sue foglie.
Quando
piove sui mucchi di covoni di grano (biche), si fa il mais ai bei
fagotti; la pioggia durante la mietitura (allora seconda
metà di giugno) è opportuna e propizia,
come momento, a far crescere il mais.
Quando
piove il giorno dell’Ascensione tanta paglia niente covoni;
(niente grano).
Quando
le nuvole vanno verso la montagna prendi la zappa e vai in campagna;
non pioverà più e potrai lavorare tranquillo.
Quando
il sole, che era già scomparso, riappare, il giorno dopo
piove, oppure, quando abbiamo il sole che torna
indietro, abbiamo l’acqua ai piedi.
Cielo fatto a lana (a pecorelle) piove nella
settimana.
Cielo rosso alla mattina la pioggia
è vicina.
Chi
cade in povertà perde l’onore e la parentela;
purtroppo questo è un mondo in cui il povero non viene
riverito neanche dai parenti. Infatti è antico il proverbio
italiano ’meglio far invidia che pietà’.
Chi lascia la strada vecchia per la nuova non
sa cosa trova.
E’
meglio temere che tremare; è meglio prevedere il
peggio e pararlo che non tremare dopo.
Quando
la rana canta nel fossato andate a dormire appena cenato.
Infatti bisognerà alzarsi presto il mattino per andare a
lavorare (certi contadini andavano in campagna alle quattro del mattino
e tornavano prima di mezzogiorno per evitare il calore).
Chi nasce asino, asino rimane.
Chi orina contro vento si bagna i pantaloni.
Chi fa i conti senza l’oste li fa
due volte.
Chi
non ha testa abbia gambe; rimedi cioè alla sua
distrazione con il darsi da fare.
Chi
non sa fare, non sa comandare.
Chi
sente e tace, mantiene la pace; infatti non riporta ad altri
le cose sentite, non fa, come si dice volgarmente, il ruffiano.
Chi
più spende meno spende; nel senso che acquista
cose più durature.
Parte di quanto inserito in questa pagina
è tratto dal Libro "Il Dialetto di Quargnento"
di
Mattia Ferraris e Domenico Dorato.
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Il
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Grazie
Luciano Cazzulo
alla pagina "Paese Mio Paese Tuo"
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